Parlando di pop art realizzata attraverso l’uso della tassidermia, arte che prende in prestito in parte o totalmente la tecnica per imbalsamare animali, posso affermare di provare una infinita ammirazione e curiosità verso questo mondo tanto che io stesso in qualche modo ne faccio parte. Non era scontato che lo fosse. Un tassidermista purista sarebbe fortemente contrario: “la tassidermia deve essere solo naturalistica”. A me invece piace dilettarmi nel trovare accostamenti e creare oggetti con piccole parti animali anche solo con parti di animali già tassidermizzate magari molti anni prima. Per una creazione che si qualifica come Rogue Taxidermy, la componente principale deve essere una sorta di materiale relativo alla tassidermia, tuttavia può essere usato insieme ad altri elementi che non sono legati alla tassidermia. Gli artisti che realizzano Rogue Taxidermy creano oggetti di bellezza, di arredo, usando tutte le varietà di materiali: vetro, metallo, carta, ceramica, pietra, oggetti trovati, ecc. Combinano quindi questi materiali con elementi presi in prestito dal mondo della tassidermia o appositamente realizzati attraverso le competenze del tassidermista, con i quali si può “dare vita” ad una vasta gamma di opere, oggetti bellissimi, a volte misteriosi, oscuri o luminosi che possono essere classificati come prodotti della “tassidermia canaglia”. Il risultato finale non deve essere per forza una rappresentazione tridimensionale figurativa del corpo di un animale ma può essere astratto e può venire rappresentato in parte o totalmente. Il genere comprende tutto, dai piccoli oggetti decorativi come le campane di vetro con al loro interno delle composizioni di farfalle, alle installazioni di dimensioni reali, dall’arte concettuale, all’arte da indossare come gioielli realizzati con ossa, ecc. Non ci sono limiti e le produzioni possono essere veramente tra le più diversificate. Il materiale di origine animale deve essere rigorosamente il risultato di differenti eventi: un ritrovamento sulla strada a seguito di un impatto con un veicolo, decesso naturale, l’animale è un animale domestico che qualcuno dona al tassidermista dopo l’avvenuta morte, oppure abbattuto regolarmente perché soggetto infestante, bestiame destinato al macello, resti di selvaggina. Insomma la cosa importante è che per realizzare della tassidermia artistica decorativa non si uccidano animali ma si usino solo corpi già morti o parti di essi.

Quindi questa forma di tassidermia non è più l’imbalsamazione relegata al mondo della caccia e ai relativi trofei e nemmeno quella legata ai musei di storia naturale. Qui sti tratta di approcciarsi ad un mondo nuovo, ad una realtà che è destinata a stupire, sorprendere, gratificare, far riflettere, ecc. Quello che una volta era visto come rozzo, ora è al suo zenit e la tassidermia abita nei ristoranti più trendy di Manhattan, Parigi, Londra Milano e si può trovare nelle boutique più esclusive di di molti eleganti centri, compare nei film, è rientrata a far parte del quotidiano, in sintesi: la tassidermia è moderna. La sua onnipresenza è innegabile, anche se si manifesta sotto forma di oggetti decorativi che popolano l’immaginario di tutti o quasi tutti.

Perciò questo tipo di tassidermia è diventata accettabile ed è stata negli ultimi anni sdoganata anche dai più ortodossi sostenitori del trattamento etico degli animali (non proprio da tutti ma siamo sulla strada buona) proprio perché l’opinione pubblica ha inteso che questa forma d’arte osserva delle regole, perché l’animale non è stato ucciso a tale scopo e il prodotto finale è rispettoso.

 

Dottor Alberto Michelon

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